Andrea è un agronomo e conduce i celebri programmi radiofonici “Un podcast sul tennis” e “Buona!”, Giacomo fa il vino, Giovanni è un educatore sociale e Luca è un giornalista. Insieme formano Altre di B. Per una band che è esplosa sulla scena musicale con un CD masterizzato a casa contenente le figurine Panini delle squadre di calcio di Serie B, dalle quali deriva il nome della band, seguito rapidamente dal loro album di debutto “There’s a million better bands” (2011), non si penserebbe che il nome italiano Altre di B corrisponda a un energico indie rock, contaminato da post-punk, jangle e twee pop, cantato in inglese. E invece per Altre di B, nati fra i banchi del band al liceo, la visione internazionale è sempre stata una prerogativa artistica. Così, combinando energia e una forte dimensione euforica, il risultato è un rock nervoso, sorprendente e gioioso, che ha portato la band in giro per l’Italia, l’Europa e il Nord America, partecipando a festival internazionali come Primavera Sound, SXSW, Sziget Festival, Mondo NYC, Indie Week Toronto, Ypsigrock, Europavox, LUCFest Taiwan e Iceland Airwaves.
Con l’album del 2014 “Sport” la band è approdata in televisione grazie al videoclip con protagonista l’ex campione del mondo di calcio Dino Zoff: per due stagioni Altre di B sono stati i corrispondenti del programma televisivo “Quelli che il calcio” come commentatori della loro squadra del cuore Bologna FC, mentre la loro canzone “Campetto” è diventata la sigla del campionato di Serie A di basket.
Nel frattempo, hanno trasformato un vecchio fienile nella campagna bolognese in una sala prove, che in breve è diventata la culla degli album “Miranda!” (2017) e “SDENG” (2021), quest’ultimo co-prodotto da Bruno Germano (Iosonouncane) e dall’etichetta italo-americana WWNBB Collective (Be Forest, Brothers in Law, a/lpaca, KOKO MOON, Her Skin, Lofi Legs). Il fienile di Cinquanta è ancora oggi il luogo che più ispira Altre di B, che qui hanno prodotto l’ultimo lavoro discografico, l’EP “Zapping”, uscito a luglio 2024.
Dopo il punk, dopo l’indie rock, dopo il synth pop, dopo il math rock, dopo considerazioni artistiche, dopo che il pop e la musica accademica si dividono… Dopo tutto questo, Rank-O suona la musica. “Dopo il punk” ma non “post punk”? Piuttosto che cercare di ricreare i momenti forti del passato, il quartetto si appoggia alle spalle dei suoi padri spirituali per costruire un proprio percorso, rivolto al futuro di questa balena bianca che chiamiamo “guitar rock”. Abitato da una certa scienza delle strutture complesse (probabilmente ereditata dalle grandi avanguardie dagli anni ’60 agli anni ’90), Rank-O coltiva anche un amore sincero per le canzoni pop, le melodie immediate, a volte insidiose, a volte gioiosamente minimaliste. È questa dualità tra componenti contorti e giochi per bambini che danno alla musica del gruppo il suo carattere unico, questa impressione di un millefoglie pieno di sorprese, sempre immerso in un bagno di giocosa giovinezza.
Prendete 5 bambini, mettete loro in mano dei nuovi giocattoli e abbandonateli in un garage sporco con una discreta dose di alcol e rok ‘n roll; una bella imbevuta di punk, un’infarinata di buoni propositi e lasciate che friggano a dovere: questi sono i Siouxie & the Skunks, portatori (non troppo) sani di quel fuoco sacro che solo gli sciamani e i teenager sanno custodire. Brani serrati, ballate lacrimose e canti laceranti. Avvicinatevi, scaldatevi pure, ma attenzione a non bruciare.
Alle spalle l’EP d’esordio, totalmente autoprodotto, Songs about girls, una raccolta di sfighe e vittorie derivate dall’incontro/scontro col gentil sesso. Non poteva che finire male.
In cantiere un disco in uscita a Marzo, Songs about Cuddles, anch’esso DIY e prodotto da Wild Honey Record, di cui sarà possibile avere un assaggio durante i loro live. Li trovate come performers nei migliori festival, nei party più selvaggi, in caratteristiche bettole e nelle case dei più temerari.
Durante le serate del weekend ci sono le nuove linee notturne, per muoversi a Bologna e provincia durante tutta la notte (con corse ogni mezz'ora!).
Sali a bordo della linea N3 e arriva al Covo (e torna a casa!) quando vuoi, ovunque abiti.
In questo periodo (e per parecchio tempo) è possibile che in questa zona ci siano dei lavori che limitano la disponibilità di parcheggi in zona. Se in viale Zagabria non trovi parcheggio consigliamo di cercare nelle seguenti vie: Kharkov, della Campagna, Francoforte, Machiavelli.