Say yes dog

L’affinità dei Say Yes Dog con l’essere sempre in viaggio è scritta nella loro biografia: il trio tedesco / lussemburghese si è incontrato mentre studiava musica nei Paesi Bassi, aveva già vissuto in molti posti diversi e ora condivide una base comune a Berlino. Negli ultimi anni ognuno di loro si è sviluppato anche in altri progetti musicali, ma finiscono sempre per incontrarsi, ancora e ancora. “Per noi, Say Yes Dog rappresenta il progetto in cui possiamo lavorare assieme come semplici amici, senza dover scendere a compromessi personali. Possiamo sempre influenzarci e ispirarci a vicenda, in modo che la band cambi sempre organicamente e crescere”.

Raccontati dal The Guardian come “il segreto elettro-pop meglio custodito d’Europa”, il loro synthpop è ora saldamente radicato nelle menti dei critici e dei fan.

Il loro nuovo album, “DRÄI”, rappresenta una sottile ma affascinante evoluzione nel loro sound. Rafforzando ulteriormente le loro tendenze malinconiche, le dieci tracce del disco sono lievi ed eleganti. Prendiamo il downtempo “3(Home)”, con il suo ritornello lamentoso, o gli spettrali synth wash e le voci distaccate di “Cold”; non sono brani tristi, ma solo pensierosi e meditabondi. Poi, d’improvviso, accenni di solare funk, tipo in “On And On” e “Stay”, con una chitarra meravigliosa e piccoli scarabocchi di synth qui e là, distribuiti con un malizioso senso di divertimento.

Per chi ha voglia di ballare poi, brani come “Not Your Thing” e “Note To Self” sono capaci di trasportarti immediatamente sul dancefloor. Oppure diventare la colonna sonora perfetta per un’uscita nel bar più cool della città. Questo, in realtà, è ciò che distingue Say Yes Dog dalle altre band: coinvolgono i tuoi arti e il tuo cervello, rendendo felici entrambi allo stesso modo. Non è incredibile?